Tessera 42

Messaggi dal crisis coaching

Questa tessera è scritta a più mani da noi del team dei coach di Mosaic, impegnati in queste settimane nel lavoro di executive coaching online, e in modo particolare nelle sessioni gratuite di crisis coaching che stiamo offrendo ai manager che ne hanno bisogno e ce lo chiedono.
Vogliamo qui dare un breve racconto dei messaggi, dei segnali e degli stati d’animo che emergono da questo laboratorio di sincerità e ricerca che è il coaching, sottolineando la natura speciale di chi questo spazio lo frequenta oggi: manager di aziende immerse nello tsunami del Covid.


Doppio livello. La prima cosa che sentiamo differente dal coaching in tempi normali è che il manager si riscopre persona oltre che manager. Non più confinata al weekend e alla vita privata, la persona ricompone i due comparti work e life, nella scoperta della vulnerabilità, della possibilità di ammalarsi, e al contempo nella responsabilità di occuparsi delle persone, dei numeri, dei clienti e via dicendo. Occuparsi di persone che a loro volta si possono ammalare, ma devono malgrado questo continuare a “performare”.
Vulnerabilità e importanza. L’entrata sulla scena della fragilità fisica, scompagina le graduatorie di ciò che è importante e ciò che non lo è. Il dirigente si accorge che, sepolto dalle cose importanti per il manager, aveva dimenticato le cose importanti per la persona, cioè per se stesso. Sentiamo coachee che coltivano progetti di svolta, intenzioni di rinnovamento esistenziale. E anche ricerca di nuovi tipi di importanza nell’ambito lavorativo.
Lavoro e famiglia. Il virus ha cancellato un altro confine: i bambini entrano in ufficio, i board meeting fanno irruzione in cucina. Nasce un nuovo concetto di casa: focolare domestico, ma anche ufficio, scuola, a volte ospedale. Alcuni manager sono pronti, altri meno, a questa grande prova di flessibilità. Alcuni vivono prove più impegnative di altri, per età e situazione familiare.
Il corpo degli altri. L’epidemia impone un nuovo campo di attenzione, la sfera fisica, respiratoria, deambulatoria, degli altri. I coachee raccontano di apprendimenti di nuove forme di rispetto, di pazienza, di mediazione sulle distanze, sui tempi, sugli spazi. Questo tirocinio lo stanno facendo in casa, e presto lo porteranno in azienda.
La massima frustrazione.  Ma per il manager la cosa più difficile è accettare di non avere alcun controllo sul futuro. Come fa un manager oggi a fare un budget per il 2021? Ma anche solo un pre-consuntivo per il 2020? Ascoltiamo, nel coaching, una grande energia rivolta a esplorare gli scenari di domani, ma allo stesso tempo una profonda inquietudine sul come arrivarci.
Distanziamento. Questa brutta parola, prima poco o mai usata, oggi è legge. Nel manager-persona fa emergere una consapevolezza forte: proprio perché “distanziati”, dobbiamo parlare di più, e di conseguenza anche ascoltare di più. Perché altrimenti, dicono i coachee, il distanziamento può diventare sconnessione. Lo vediamo dalla capacità, che per alcuni è nuova, di “perdere tempo” facendo quattro chiacchiere col portinaio o col vicino di casa, e anche dalla disposizione del manager a raccontare ed ascoltare (spesso online) colleghi e collaboratori, per superare le distanze imposte dal virus.
Più fiducia. Il lockdown, anche nelle forme del suo graduale allentarsi, inibisce i modi tradizionali di controllo del lavoro. I tempi, le modalità di esecuzione, l’utilizzo degli strumenti, i flussi di comunicazione, saranno soggetti a meno controlli e quindi richiederanno più fiducia. Fiducia che è un capitale che il manager, soprattutto nel dopo Covid, dovrà sempre più imparare a generare e gestire.
Accentuazione. Infine, come ci dicono i classici modelli di change management, le fasi iniziali dei cambiamenti portano più caos che soluzioni. Noi ci troviamo lì. Esempio: c’è la grande novità dello smart-working diffuso? Per ora comporta fatica e “casini” più accentuati che nel precedente normal-working. Però dai coachee filtra la consapevolezza che non si tornerà indietro e impareremo tutti.
E’ questo il sentiment profondo: ci troviamo in un viaggio, doloroso e faticoso, ma anche foriero di apprendimenti e cambiamenti preziosi.

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